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 Capitolo V - La leggenda dei Signori delle Prugne

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Vitt
Venerabile Pollo di Gomma
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MessaggioTitolo: Capitolo V - La leggenda dei Signori delle Prugne   Capitolo V - La leggenda dei Signori delle Prugne Icon_minitimeMar Giu 08, 2010 12:35 am

Il Cavaliere non mi parlava da quasi tre ore. Il resoconto che gli avevo fatto circa il conciliabolo avuto con il Pollo di Gomma, nella caverna, lo aveva profondamente turbato, ma non stupito. Aveva ascoltato il mio racconto con profondo interesse, senza interrompermi mai e annuendo nei punti giusti; poi si era avvicinato ai nomi scritti sulla parete di roccia della grotta ed era rimasto qualche tempo a osservarli, assorto. “Ho bisogno di pensare…”, aveva detto, senza guardarmi in faccia. “Puoi lasciarmi solo, fratello?”
Era stato più il fatto di sentirmi chiamare fratello che la sua semplice richiesta ad esortarmi ad accontentarlo, senza dire niente. Ero un Cavaliere anch’io, ora, e avrei dovuto iniziare ad abituarmici, ma era ancora troppo presto perché fossi in grado di non provare un senso di vertigine al sentirmi trattare come tale.
Ero dunque rimasto fuori dalla caverna, vicino alla cascata, a guardare gli spruzzi d’acqua che si alzavano dalle rocce e ad aspettare che il mio mentore raccogliesse le idee. Quando, improvvisamente, il Cavaliere uscì all’aria aperta e mi si fece incontro, l’espressione grave di chi sa di dover dare una brutta notizia.
“Fratello mio”, disse, sedendosi stancamente su una roccia vicino a me. “Ciò che mi hai raccontato pone sotto una luce diversa le notizie giuntemi dal Nord… Una luce non promettente, ahimé!”
“Quali notizie?”, domandai. “Il dispaccio di cui discutevate tu e Zeus, stamattina?”
“Proprio quello!”, rispose il Cavaliere, lo sguardo fisso sull’acqua della cascata che, dopo essersi infranta sulle rocce, dava vita a un piccolo stagno. “Zeus, come sai, commercia in cavalcature… E, come sai, ha una passione smisurata per i draghi grifoni. E’ sempre in viaggio, in lungo e in largo, a cavallo del suo Hermes… Ed essendo un mio vecchio amico, mi tiene informato sulle novità dei paesi lontani…
“Stamani era appena arrivato da un lungo viaggio nell’estremo Nord, dove sperava di concludere un affare con la gente che vive nelle desolate distese di ghiaccio di Ukland. Lì, un vecchio sciamano Inukit gli ha raccontato di strane voci che, da un mese a questa parte, hanno preso a sussurrare nelle caverne sacre del suo popolo. Lamenti, questa la definizione più esatta. E in questi lamenti, era possibile distinguere alcune parole…”
Ormai ero proteso in avanti, tutta la mia attenzione rivolta verso il Cavaliere. Questi rimase in silenzio per qualche istante, lasciando che la suspense si allargasse come una macchia d’olio nel mio stomaco. Poi recitò, con una voce che non sembrava più la sua: “Pollo di Gomma… uno su tre… prugne all’orizzonte… Vitt Goodchicken…”
“Vitt Goodchicken…”, ripetei in un sospiro, il fiato corto per l’emozione e lo sconcerto. L’idea che un vecchio sciamano Inukit, a migliaia di miglia da lì, avesse sentito pronunciare il mio nome da voci eteree provenienti da una grotta tra i ghiacci mi faceva uno strano effetto. Come se un’anguilla si stesse attorcigliando nel mio esofago.
“Proprio così!”, concordò il Cavaliere, continuando a guardare l’acqua proveniente dalla cascata. “Ciò che temevo, infine, si è tradotto in realtà. I Signori delle Prugne sono tornati, e stavolta mirano a distruggere i Cavalieri del Pollo di Gomma in maniera definitiva. Ignoro che fine fece l’Ordine della Prugna, dopo la Purga che ci annientò, ma è un fatto che non riveste alcuna importanza. Ciò di cui dobbiamo preoccuparci è che il nostro vecchio nemico è nuovamente alle porte, per finire il lavoro iniziato. E tu, fratello, ti trovi in un pericolo che neanche immagini!”
“Lo immagino sì, per il Pollo di Gomma!”, esclamai. “Non solo dovrei misurarmi con due sconosciuti per contendermi il ruolo di leader dell’Ordine… ma dovrei anche affrontare i Signori delle Prugne, di cui non conosco niente se non quel poco che ho visto nella visione nella grotta! Se c’è una cosa che odio di più della prospettiva di andare incontro a morte certa, è quella di farlo senza sapere niente!”
Per la prima volta da quando era uscito alla luce del sole, il Cavaliere mi guardò negli occhi e sorrise debolmente. Mi appoggiò una mano sulla spalla e strinse, annuendo. “Hai perfettamente ragione”, disse. “Ma, ahimé!, le risposte che sarò in grado di fornirti non saranno sufficienti a delineare un quadro preciso. I Signori delle Prugne apparvero all’improvviso, come generati dall’aria, e mossero subito guerra contro il nostro Ordine. Nel giro di un solo anno furono in grado di abbattere i nostri avamposti sparsi per il mondo e infine, come hai visto nella tua visione, di mettere in scacco il nostro castello, ponendo fine alla Purga che distrusse i Cavalieri del Pollo di Gomma. Accadde tutto troppo velocemente perché si potesse sapere qualcosa di più delle loro origini. O della motivazione che li spinse a operare la Purga…”
Il Cavaliere si interruppe brevemente. Sospirò, sistemandosi meglio sulla pietra sulla quale era seduto, poi iniziò a raccontare.
“Fu subito chiaro”, disse, “che la Purga era stata pianificata a lungo e meticolosamente. Gli attacchi furono troppo rapidi e precisi per dare a intendere un’organizzazione lasciata al caso. Vennero subito presi di mira gli avamposti di collegamento, così che le notizie degli attacchi giungessero in ritardo e impedissero agli altri avamposti di correre ai ripari. Perdemmo una mezza dozzina di castelli prima di renderci conto di essere sotto attacco…
“Poi, tentammo di opporre resistenza. L’Ordine era diviso da una linea d’attacco che dal centro dei nostri distaccamenti si muoveva verso est e verso ovest, in due gruppi distinti. Il quadrante ovest fu il primo ad essere sbaragliato, complice anche il voltafaccia delle gilde occidentali con le quali avevamo stretto patti di alleanza. I Signori delle Prugne, probabilmente, promisero loro i territori sotto la giurisdizione del nostro Ordine. Dico probabilmente perché è ciò che avvenne a oriente, nel quadrante coordinato da Don Cosciotto…
“In pratica, i Signori delle Prugne ci sconfissero grazie al tradimento dei nostri alleati, quando non dei nostri stessi uomini. La loro superiorità numerica, infatti, non sarebbe bastata per procurarci una disfatta così disastrosa…”
Quel racconto mi affascinava. Mi resi conto di respirare debolmente, sulle spine, e cercai di rilassarmi, ma non ce la feci. Era come vivere quelle vicende in prima persona.
“Ad ogni modo”, stava continuando il Cavaliere, “dopo la Purga ritenni più saggio darmi all’eremitaggio, per evitare di essere ucciso. Per molti anni vagai per il mondo in incognito, cercando altri superstiti come me; ma ovunque andassi, l’Ordine era stato completamente distrutto e nessuno era sopravvissuto per raccontarlo…
“Dentro di me cresceva la consapevolezza di essere l’ultimo. Io solo avrei avuto il peso sulle spalle di rifondare l’Ordine dei Cavalieri del Pollo di Gomma… Ma per fare ciò, era di vitale importanza conoscere quanto più possibile sui nostri nemici…
“Così passai molto tempo nelle taverne di mezzo mondo, raccogliendo frammenti di informazioni, sussurri, leggende, dicerie… E iniziai a farmi un’idea, seppur imprecisa, di chi fossero i Signori delle Prugne, da dove arrivassero e perché decisero di annientare il nostro Ordine…”
Il Cavaliere si interruppe di nuovo. Frugò per qualche istante sotto il mantello e ne cavò un piccolo borsello in pelle, dal quale estrasse una striscia di carta e un pizzico di tabacco. Iniziò a confezionare una sigaretta con abili movimenti delle dita, dita che ad uno sguardo poco attento sarebbero parse incapaci di tale maestria.
“Ogni popolo di questa terra”, riprese il Cavaliere quand’ebbe finito di arrotolare la sua sigaretta, “ha i suoi miti e le sue leggende. E se viaggi abbastanza a lungo, e abbastanza lontano, puoi raccogliere abbastanza versioni della stessa storia, magari raccontata in modo diverso, con altri personaggi e situazioni, ma il succo è sempre quello: certe leggende sono comuni a tutti, e quella riguardante i Signori delle Prugne è una di queste…
“Che li si chiami Signori delle Prugne, o Spiriti della Non-Rimembranza, o Apostoli dell’Impellente Rifiuto, i seguaci di Amigdala sono la più recente manifestazione terrena di quella che viene chiamata Triade Marcescente: un cartello gildico che annovera negromanti, vampiri, morti viventi e ogni sorta di essere oscuro che si possa immaginare…
“Ora, questa Triade non ha un quartier generale sul nostro piano d’esistenza. Devi capire, fratello mio, che parliamo di diversi piani di realtà, attigui tra loro e separati da una sottilissima membrana mistica, che i Cavalieri del Pollo di Gomma chiamano il Velo. Lo stesso Pollo di Gomma è un’abitante di un altro piano di realtà. E solo alcuni sono in grado di manifestarsi su un livello che non sia il proprio d’origine. Per quanto se ne sa, solo il Pollo di Gomma e la Triade dispongono di tanto potere…”
Restai a fissare in silenzio il volto rugoso del vecchio Cavaliere, cercando di decidere se mi stesse prendendo in giro oppure no. Ma il leggero tremolio delle sue mani, mentre portava alla bocca la sigaretta, mi convinse che il mio maestro non stava prendendosi gioco di me. Rabbrividii, mentre riprendeva a raccontare.
“Per secoli, l’Ordine dei Cavalieri del Pollo di Gomma ha cercato di penetrare il Velo. Tutti gli sforzi sono stati vani. E’ necessaria una predisposizione naturale al misticismo, oltre che gli strumenti necessari affinché una visione, come quella che hai avuto tu nella caverna, possa essere provocata di proposito…
“Fatto sta che i Signori delle Prugne ci annientarono, e poi sparirono nuovamente nel nulla. Non fu un’operazione di conquista, o di insediamento. Fu solo… distruzione. Come se il loro compito fosse unicamente quello di cancellare i Cavalieri del Pollo di Gomma da questa realtà…”
Quest’ultima frase mi colpì come uno schiaffo. “Da questa realtà?!”, domandai. “Vuoi forse dire che i Cavalieri del Pollo di Gomma esistono anche in altri piani d’esistenza?”
Il Cavaliere aspirò una lunga boccata di fumo e sorrise, ma non disse niente.
“Per il Pollo di Gomma!”, esclamai sottovoce, schiacciato dal peso di quella rivelazione. “E’ in corso una guerra su altri livelli? E quanti livelli esistono?”
“Nessuno può rispondere a queste domande”, mi interruppe il Cavaliere. “Il fatto stesso che il nostro Ordine esista in altre realtà è una mia congettura, che il Pollo di Gomma non ha esplicitamente contraddetto. Ma quante realtà possano esistere… beh, credo che sia più materia per filosofi, che mia o tua!”
Boccheggiai, estremamente confuso. “Ma è in corso una guerra, giusto? Insomma, se i Signori delle Prugne hanno distrutto il nostro Ordine in questa realtà, di sicuro hanno fatto, o faranno lo stesso, nelle altre…!”
“Di questo non possiamo essere sicuri”, rispose il vecchio Cavaliere, “né deve essere, per noi, motivo di preoccupazione. Inoltre, col passare degli anni, comincio a dubitare che i Signori delle Prugne abbiano sterminato i Cavalieri del Pollo di Gomma per semplice desiderio di prevaricazione…”
“Che vuoi dire?”, domandai.
“Le leggende di cui ti ho parlato”, rispose il Cavaliere, schiacciando il mozzicone di sigaretta sotto il tacco dello stivale, “presentano innumerevoli varianti, alcune delle quali rendono estremamente difficile il riconoscerne la matrice comune. Ma tutte, e dico tutte, coincidono per un punto: la Triade Marcescente rappresenta il Polo Negativo del Tutto. Una sorta di piatto della bilancia cosmico. In pratica ogni movimento della Triade, o del suo corrispettivo Positivo, è finalizzato ad un unico scopo: far sì che non avvengano scompensi universali in grado di spezzare l’armonia del Tutto…”
Il silenzio che seguì durò un minuto buono. A romperlo, solo lo sciabordare dell’acqua sulle rocce, all’ingresso della caverna.
Quando ebbi finito di elaborare tutte le informazioni che il Cavaliere mi aveva dato, aprii la bocca per parlare, ma esitai. L’enormità che stavo per dire sarebbe stata ancora più enorme, se si fosse rivelata esatta.
“Allora”, dissi col fiato mozzo, “è possibile che il nostro Ordine minacciasse l’equilibrio del Tutto… di tutte le realtà esistenti, in pratica?…”
Il Cavaliere mi guardò profondamente e rispose, con una calma che mi fece quasi paura: “E’ esattamente quello che temo, fratello…”
Qualcosa di pesante, nel mio stomaco, precipitò con un tonfo, facendomi salire un senso di nausea in gola. Fu anche per questo che non mi accorsi immediatamente della prima freccia che si conficcò nella corteccia dell’albero vicino a noi. Quando il Cavaliere mi afferrò e mi buttò nei cespugli, la mia mente fece una capriola insieme al mio corpo, e allora sentii il sibilo di una seconda freccia che finiva nell’acqua, a un mezzo metro da dove ero caduto.
Tentai goffamente di rialzarmi. Il sovrapporsi caotico di centinaia di pensieri si schiarì all’istante quando sentii un gemito roco provenire dal Cavaliere. E allora un unico pensiero, grande come un drago grifone e bianco come il terrore più profondo, mi urlò disperatamente nelle tempie: “Agguato!”
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