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 Capitolo IV - A colloquio con il Pollo di Gomma

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Vitt
Venerabile Pollo di Gomma
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MessaggioTitolo: Capitolo IV - A colloquio con il Pollo di Gomma   Capitolo IV - A colloquio con il Pollo di Gomma Icon_minitimeMar Giu 08, 2010 12:33 am

“Così tu saresti Vitt Goodchicken…”
Per un attimo non fui in grado di capacitarmi di ciò che vedevo. Rimasi come impietrito, incapace persino di darmi un pizzicotto per lo stupore, pensando che tra tutte le cose che mi sarei aspettato di vedere, quella era di gran lunga la più strana.
Il Cavaliere non era scomparso: semplicemente, non era più lì. O meglio, il suo corpo era lì ma era come se dentro fosse entrato un nuovo affittuario, a mezza pensione, che utilizzava la voce del mio mentore per comunicare con me.
La mano artritica del Cavaliere, quella che poco prima reggeva la torcia, restava a mezz’aria, mimando un becco. E, che il cielo mi perdonasse!, si muoveva a ritmo con le parole che scaturivano dalla gola del corpo ospite.
“Ehm… Così tu saresti Vitt Goodchicken, ho detto!”
Sentire nuovamente la voce del Pollo di Gomma ebbe su di me l’effetto di uno schiaffo, ridestandomi dall’immobilità. Deglutii un groppo grosso come una guida del telefono e mi feci coraggio, preparandomi a parlare.
“Mi scusi”, dissi poi, “ma la immaginavo… non so… come un pollo gigante, o qualcosa del genere…”
La mano a forma di becco si raggrinzì come se avessi spremuto del succo di limone sui suoi polpastrelli. Pessimo inizio.
Inaspettatamente, la mano prese a vibrare violentemente e una risata sonora sgorgò dalle labbra del Cavaliere. Rabbrividii, cercando di non guardare il macabro spettacolo del corpo del Cavaliere che, floscio e privo di espressione, rideva come una marionetta priva di volontà. “La stessa cosa che disse Don Cosciotto, la prima volta che mi vide!”, disse il Pollo di Gomma, tra un singhiozzo di risa e l’altro. “Siete proprio molto simili, che la Grande Aia Celeste vi abbia in gloria!”
Restai immobile, spostando il peso del corpo da un piede all’altro, sulle spine. Il Cavaliere non mi aveva preparato a questo incontro e, soprattutto, non mi aveva spiegato la modalità con cui sarebbe avvenuto. Tolto il mio infelice esordio, cosa diavolo si diceva a un Pollo di Gomma che si manifestava attraverso il corpo di un vecchietto? E in una situazione ufficiale, poi!
“I mortali non possono vedermi”, disse il Pollo di Gomma quando, finalmente, fu riuscito a calmare l’accesso di risa. “Esistono due ragioni, per questo: la prima è che non sono propriamente un Pollo di Gomma, ma questo è un segreto per pochi iniziati, come te e il tuo predecessore. La mia natura e il mio scopo, nel grande disegno delle cose, esula dalla vostra comprensione… al punto che la mia vista, per quello che sono, potrebbe farvi impazzire… Così avete avuto bisogno di darmi una forma che fosse comprensibile ai vostri limitati schemi mentali”
Senza pensarci, intervenni nel monologo dando forma a un pensiero che avrei preferito tenere per me: “Un pollo, d’accordo. Ma perché di gomma?!”
La domanda non sembrò dispiacere al Pollo di Gomma. Anzi, anche Lui rispose di getto, assumendo il tono di voce di chi spiega una cosa ovvia: “Diamine!, ma per poter produrre con facilità i portachiavi dell’Ordine! Hai mai visto un portachiavi fatto con vera pelle di pollo, ragazzo?!”
Mi diedi dello stupido e non risposi. Domandai, invece: “E la seconda ragione per cui noi mortali non possiamo vederLa?”
La mano del Cavaliere si aprì dolcemente, in concomitanza con il sospiro proveniente dalla gola del mio mentore. “La seconda ragione… ma dammi del tu, ragazzo”, disse il Pollo di Gomma. “La seconda ragione, dicevo, è che… beh!, mi è un po’ difficile ammetterlo!, ma… ecco, non so più come si fa!”
Mi accorsi di aver spalancato la bocca e strabuzzato gli occhi, ma non me ne curai. “Non Si… Non Ti ricordi più come si fa?! Com’è possibile?”
“Vedi, ragazzo”, rispose il Pollo di Gomma, “non esiste qualcosa come il ‘Manuale delle manifestazioni sovrannaturali’ e… beh, ho imparato tutto quello che so da Colui che passò il Suo compito a me, secoli e secoli fa… Dopo tutto questo tempo, ecco… qualcosa viene dimenticato. Capita! E io non mi ricordo più come si fa a manifestarsi a un mortale, se non per mezzo del trucchetto della possessione spiritica…”
Sentivo, dalla Sua voce, che Si vergognava di ciò che mi stava dicendo. Nel tentativo di metterLo a Suo agio, dissi: “Beh, di sicuro è un trucchetto di grande effetto… Mi ha lasciato di sasso, giuro su mia madre!”
Il Pollo di Gomma bofonchiò qualcosa sommessamente, cercando di apparire burbero ma tradendo una leggera traccia di sollievo. “Sei molto gentile, ragazzo”, disse. “Il tuo cuore è sincero e il tuo animo bendisposto verso il prossimo. Sono certo che rappresenterai il miglior nuovo inizio per l’Ordine!”
Sorrisi all’idea di aver suscitato le lodi del Pollo di Gomma in persona (o in spirito… in qualunque modo si potesse chiamare quell’esperienza). Cercai di non gongolarmi troppo e subito mi vennero alla mente un centinaio di domande circa il mio immediato futuro. Il Pollo di Gomma parve accorgerSi di questo mio sommovimento interiore, perché non disse niente e mi lasciò pensare. Così, riuscii a riordinare i pensieri e scegliere una domanda dal mucchio.
“Che cosa sono quei nomi, scritti col gesso sulla parete?”
La mano del Cavaliere si mosse in direzione della nuda roccia su cui stavano scritti nomi su nomi, a migliaia. Solo tre di questi non erano stati cancellati con una riga… e tra questi, c’era anche il mio.
“Questi nomi”, iniziò il Pollo di Gomma dopo qualche istante di silenzio, “rappresentano una lista di candidati al ruolo di leader dell’Ordine. I Cavalieri del Pollo di Gomma esistono da centinaia d’anni e i leader che si sono avvicendati al loro interno sono stati scelti tramite questa lista, redatta da Colui che passò il Suo compito a me, in epoche remote…”
Spesi qualche secondo per rimuginare sulla cosa. “Vuoi dire”, osai, “che questi nomi sono stati scritti centinaia di anni fa, così come appaiono ora? E che, nel corso dei secoli, sono rimasti immutati?”
“Precisamente…”
“Ma allora… questo vuol dire che il mio nome era già in questa lista prima ancora che gli avi dei miei avi fossero concepiti!”
“Giusto…”
“Com’è possibile?! Voglio dire… Colui che passò il Suo compito a Te come faceva a sapere che sarei nato… che sarei stato l’ultima risorsa dei Cavalieri del Pollo di Gomma… che avrei accettato il ruolo di leader… che…?”
“Non lo sapeva, infatti!”, mi interruppe il Pollo di Gomma. “Colui che passò il Suo compito a me si collocava, come io mio colloco ora, al di là del Tempo e dello Spazio conosciuti da voi mortali. Da questo luogo (o sarebbe più corretto dire non-luogo) è possibile vedere all’infinito in avanti e indietro nel Tempo degli uomini. E redigere una lista come questa, con una minima possibilità di errore circa gli esiti…”
Cominciavo ad avere mal di testa, ma mi sforzai di tenere duro. Sentivo che questa spiegazione era di vitale importanza.
“Non per niente”, continuò il Pollo di Gomma, “la maggior parte di questi nomi è stata cancellata. Alcuni sono morti prima di poter essere giudicati idonei al compito; altri si sono rivelati inadatti; altri hanno rinunciato; altri ancora sono effettivamente diventati leader… e infatti, qui, puoi vedere il nome di Donald Drumstick”, e mi indicò il nome, una spanna sopra al mio.
Riordinai le nozioni fin qui apprese, ma non mi tornava un punto. “Come mai”, dissi, “se Tu e il Tuo maestro potete vedere all’infinito nel passato e nel futuro del nostro Tempo, questa lista ha una fine? Cioè… l’Ordine dei Cavalieri del Pollo di Gomma è destinato a finire? O la lista è incompleta?”
“La lista non è incompleta”, rispose il Pollo di Gomma. “Questi tre nomi, tra cui anche il tuo, sono gli ultimi. Dopo, non ce ne sarà più bisogno…”
Rimasi interdetto. Suonava molto come una risposta che non rispondeva a niente, e lo feci presente: “Che significa? Dopo che cosa, non ce ne sarà più bisogno?”
“Non ti è dato saperlo, per il momento”, fu la risposta del Pollo di Gomma. “Credimi, vorrei poterti dire di più, ma contravverrei ad una regola fondamentale e pregiudicherei l’esito della tua possibile leadership…”
“Ma…”
“Tutto ciò che devi sapere, ora”, tagliò corto il Pollo di Gomma, non senza mantenere un certo grado di dolcezza nella voce, “è che tu e gli altri due nomi della lista siete in ballottaggio per il ruolo di leader dell’Ordine. E, a differenza di quanto è avvenuto in passato, in quest’ultimo giro di giostra dovrete contendervi il titolo sul campo di battaglia…”
Rimasi senza fiato, per l’ennesima volta in quella stranissima giornata. “Che cosa?!”, proruppi, incredulo. “Non esiste! So a malapena sguainare una spada, e di sicuro non sono ancora pronto per affrontare un combattimento!”
“Al momento giusto, lo sarai…”, disse il Pollo di Gomma.
“Ma… perché dobbiamo contenderci il titolo?!”, domandai in preda al panico. “Che cosa è cambiato, dalle altre volte? Perché il leader non può essere deciso per alzata di mano?”, e altre venti, improbabili rimostranze.
Il Pollo di Gomma mi lasciò sfogare, poi sentenziò: “Da quando la lista fu redatta, la scelta del leader fu sempre operata in maniera esatta, senza scarti. Non è mai avvenuto che più candidati fossero idonei allo stesso tempo…
“Ora, la situazione è diversa. Ci troviamo a un punto di svolta, per l’Ordine. L’ultimo, grande punto di svolta. Quello definitivo. Per questo non serviranno altri nomi, una volta che il leader designato compirà il proprio destino. Ma in questo punto di svolta, siete rimasti inaspettatamente in tre. E nemmeno io, il Pollo di Gomma in persona, posso giudicare chi sia il più adatto. E’ necessario che lo dimostriate coi fatti…”
“E’ assurdo!”, sbottai, dimenticandomi con chi stavo parlando. “Io mi rifiuto! Non puoi obbligarmi! Che se lo tengano, il ruolo di leader! Che combattano tra loro due!”
La mano artritica del vecchio Cavaliere ondulò verso destra e verso sinistra, in segno di diniego. “L’unico modo”, disse il Pollo di Gomma, “per uscire dalla lista, in quest’ultima tornata, è morire. Non si può più abbandonare, come è stato possibile per altri, prima di te. Ora, la posta in gioco è troppo alta. E se decidi di non combattere… di sicuro gli altri due nomi della lista ti cercheranno… e ti uccideranno!”
La vista mi si annebbiò, le gambe mi divennero molli come il portachiavi a forma di pollo che tenevo in tasca. Morire? L’unico modo per uscire dalla lista era… morire?!
“Io…”, biascicai, incapace di concludere il pensiero.
“Tu ti farai onore”, finì per me il Pollo di Gomma, “come ci si aspetta da un Cavaliere del Pollo di Gomma. E ora…”
La mano del Cavaliere si avvicinò al mio volto, lentamente. Quando fu abbastanza vicina, mimò un bacio e me lo posò sulla fronte, con estrema dolcezza.
“Con questo”, disse il Pollo di Gomma, “io ti nomino Cavaliere del Pollo di Gomma, sir Vitt Goodchicken… Ora siete in tre. Ne resterà solo uno”
La mano del Cavaliere ricadde nell’aria fino a sfiorare il fianco del mio maestro, inerte. Il vecchio gorgogliò sommessamente e iniziò ad afflosciarsi a terra, ormai libero dalla possessione del Pollo di Gomma. Mi precipitai ad afferrarlo e lo adagiai a terra con cautela, la mente in fiamme.
In una caverna umida e maleodorante, ero stato nominato Cavaliere del Pollo di Gomma. A tradimento, ma ero stato nominato sir! E con la testa del vecchio Cavaliere tra le braccia, considerai che il sogno della mia vita si era ben presto trasformato in un incubo. Ma a nulla sarebbe servito rannicchiarsi in un angolo a gemere. Come il Pollo di Gomma aveva detto, mi sarei fatto onore… o sarei morto.
Alla fine di tutto, un solo pensiero persisteva dentro di me: se il signor Fried avesse potuto vedermi, ora, si sarebbe fatto una risata così grossa da rischiare di strozzarcisi.
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