100% Italian chicken's guild from Shakes & Fidget - The game
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

100% Italian chicken's guild from Shakes & Fidget - The game


 
IndiceUltime immaginiCercaRegistratiAccedi

 

 Capitolo I - Il portachiavi del destino cambia padrone

Andare in basso 
AutoreMessaggio
Vitt
Venerabile Pollo di Gomma
Vitt


Messaggi : 265
Data d'iscrizione : 07.05.10
Età : 40
Località : Torino (TO)

Capitolo I - Il portachiavi del destino cambia padrone Empty
MessaggioTitolo: Capitolo I - Il portachiavi del destino cambia padrone   Capitolo I - Il portachiavi del destino cambia padrone Icon_minitimeSab Mag 08, 2010 12:26 am

“Il Pollo di Gomma ti ha scelto…”, sussurrò il vecchio Cavaliere, tenendo stretta la sua mano callosa sulla mia. La sua voce era ormai diventata roca per lo sforzo, intervallata sempre più di frequente dal sibilo cavernoso del suo respiro. “Egli ti ha designato come Gran Chicchirichì”, continuò debolmente, “e questo rappresenta per te un grande onore ma anche un grande impegno! Riunisci… riunisci sotto la tua ala quanti più Cavalieri riuscirai a trovare… votali al Pollo di Gomma… e ristabilisci l’ordine che fu distrutto!”
Attorno a noi, decine di volti cinerei assistevano impietriti alla scena. Sapevo di essere protagonista di un fatto del quale si sarebbe parlato per anni, nel Principato, e che col tempo, trasmesso di bocca in bocca nelle varie taverne di ubriaconi da qui a Saltafosso, avrebbe assunto le tinte color seppia della leggenda, ma lo stesso non riuscii a staccare il mio sguardo da quello del Cavaliere. Disteso scompostamente su un fianco, accanto a me, riusciva a ispirare maestosità anche se prostrato e ansimante. Forse, io stesso già presagivo l’alito della leggenda soffiare sul mio capo.
Il Cavaliere tossì più rumorosamente, stringendo gli occhi, e la ressa di gente che aveva fatto cerchio attorno a noi trattenne il fiato. Poi, come attingendo a una riserva di energia tenuta nascosta fino a quel momento, il vegliardo si sollevò su un gomito e portò il suo naso adunco vicinissimo al mio. I suoi occhi color blue-jeans stinto scintillavano come in preda alla febbre, la sua mano era un artiglio stretto attorno alla mia. “Promettimelo!”, sibilò. “Prometti solennemente che seguirai la via del Pollo di Gomma e che porterai a nuova vita i suoi Cavalieri…!”
Consapevole delle decine di paia d’occhi che mi scrutavano attentamente, tentai di deglutire una prima volta e non mi riuscì. Al secondo tentativo ebbi più fortuna e mi portai ancora più vicino al volto del Cavaliere, come a volergli baciare il naso. “Lo farò”, promisi. Ma il Cavaliere si era nuovamente accasciato a terra, questa volta privo di sensi. Gli appoggiai con cautela la mano sul petto e, nel fare questo, mi accorsi del piccolo oggetto molliccio che il vecchio aveva messo nella mia, durante la conversazione: un minuscolo portachiavi di gomma, raffigurante un pollo vestito con elmo e cotta di maglia… il sacro portachiavi dei Cavalieri del Pollo di Gomma, passato dall’ultimo dei Cavalieri ancora in vita a me.
Mi sollevai dal pavimento e tentai di non tremare. Con somma gratitudine, mi accorsi che non era affatto difficile: ero stranamente calmo, come se il peso della promessa fatta al Cavaliere (e che promessa!) non gravasse sulle mie spalle, ma su quelle di un fantomatico Vitt Goodchicken che non aveva niente a che spartire con il sottoscritto. La gente attorno a me fece un passo indietro, come se la vista del sacro portachiavi avesse risvegliato negli astanti un antico timore reverenziale. Sollevai lo sguardo e, in quella, vidi avvicinarsi la grassa figura dell’oste, il signor Fried, che con passi corti ma pesanti veniva deciso nella mia direzione.
“Dannato ubriacone!”, inveì quando fu a meno di due passi da me. “Ogni venerdì pomeriggio è la stessa storia! Viene qui, beve un paio di birre a credito e crolla a terra come se non avesse mai bevuto in vita sua!”. Era rosso in volto come se avesse ingoiato una caldaia e agitava sotto il mio naso il suo strofinaccio unto e bisunto.
“Ma quel che è peggio”, continuò d’un fiato, come a non voler interrompere a nessun costo il flusso incessante di pensieri che gli si accalcavano nel cervello, “si mette a blaterare di polli di gomma, antichi cavalieri… e purghe…! Purghe! Nel mio locale! Come se non bastassero i normali ubriaconi scansafatiche a rendere il mio lavoro tanto detestabile! E tu!”, mi indicò con un dito straordinariamente rigonfio, “Tu gli dai pure corda! Ogni venerdì pomeriggio capiti casualmente da queste parti e completi la recita! L’avete fatto talmente tante volte che anche il più idiota dei presenti, qui, conosce a memoria tutte le battute del vostro teatrino!”. La maggior parte dei succitati presenti chinò il capo e tornò al bancone, mentre quattro o cinque restarono e annuirono in silenzio, convenendo con il signor Fried (sul fatto di conoscere a memoria la scenetta o di essere degli idioti, non si sa).
“Ma, Fried…”, tentai di dire.
“SIGNOR Fried!”
“Signor Fried, io…”
“Taci, giovanotto!”, mi zittì lui, gettando a terra lo strofinaccio unto e bisunto. Anche i quattro o cinque idioti rimasti a guardare tornarono velocemente al bancone. Se c’era una cosa risaputa nella taverna del signor Fried, era che il signor Fried non si separava mai dal suo amato (e unto e bisunto) strofinaccio. E se il signor Fried aveva gettato il suo amato (e unto e bisunto) strofinaccio a terra, significava una sola cosa: chiunque si fosse azzardato a parlare in quel momento avrebbe passato il resto della vita a tentare di masticare un pollo con le nude gengive. Dal momento che i miei denti erano affezionati a me, ed io a loro, preferii non parlare.
“Questa è l’ultima volta che sopporto la vostra presenza, nel mio locale!”, continuò il signor Fried, sbuffando aria dai polmoni come un mantice. “Tu e quel barbagianni arteriosclerotico, sarà meglio che giriate al largo da me e da questo posto, se non volete che mi arrabbi sul serio!”
Posai gli occhi sul vecchio Cavaliere e lo vidi che ancora dormiva, beatamente ignaro della situazione nella quale mi aveva cacciato. Ma non provai risentimento nei suoi confronti. Anzi sorrisi, come se la ramanzina del signor Fried fosse solo uno scherzo e la vita, la mia vita vera, fosse rappresentata dal portachiavi a forma di pollo che ancora stringevo in mano.
“Porta via di qua quel sacco di pulci!”, mi sbraitò contro il signor Fried, già di spalle mentre si allontanava. “E lascia a terra quattro pezzi d’oro… è quanto mi deve il tuo amico per i boccali che mi ha scroccato!”
Dopo qualche istante di silenzio, la taverna tornò a riempirsi del vocìo degli avventori del venerdì pomeriggio. Nessuno più badava a me, così potei tranquillamente apprestarmi a portare a casa il Cavaliere. Provai a sollevarlo, ma questi biascicò nel sonno qualcosa riguardo una giarrettiera che gli sarebbe tanto piaciuto comprare allo spaccio del paese, se solo ne avesse avuto il coraggio, e mi sgusciò tra le mani come un palloncino d’acqua, ripiombando in terra. Dal momento che nessuno ci guardava, dunque, afferrai il vecchio da sotto le ascelle e lo trascinai fuori dal locale, forse nella peggiore uscita di scena di un Cavaliere del Pollo di Gomma.
Lungo i quattro chilometri che percorsi verso la capanna del Cavaliere, trascinandomelo dietro come un molle sacco della biancheria sporca, considerai che non mi importava se i suoi erano effettivamente solo i vaneggiamenti di un vecchio ubriacone: avrei percorso la via del Pollo di Gomma in ogni caso e rifondato l’ordine dei Cavalieri. E nessun signor Fried di questo mondo avrebbe potuto fermare la leggenda che avrebbe accompagnato il mio nome… sempre che, beninteso, non fosse riuscito a raggiungermi una volta scoperto che invece dei quattro pezzi d’oro dovuti gli avevo lasciato soltanto 3 pezzi d’oro, novanta d’argento e un bottone dei miei calzoni!
Torna in alto Andare in basso
http://www.myspace.com/vittorio_gazzera
 
Capitolo I - Il portachiavi del destino cambia padrone
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Capitolo III - Un destino comune all'orizzonte
» Capitolo VI - L'ultimo Cavaliere
» Capitolo VII - Vitt va al Creatore
» Capitolo II - Un tuffo e un'investitura anticipata
» Capitolo IV - A colloquio con il Pollo di Gomma

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
100% Italian chicken's guild from Shakes & Fidget - The game :: Ordine dei Cavalieri :: La leggenda del Pollo di Gomma-
Vai verso: