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 Capitolo VII - Vitt va al Creatore

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Vitt
Venerabile Pollo di Gomma
Vitt


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MessaggioTitolo: Capitolo VII - Vitt va al Creatore   Capitolo VII - Vitt va al Creatore Icon_minitimeMer Giu 30, 2010 4:29 pm

Cercando di non farmi scoprire, sfilai lentamente la spada del Cavaliere dal fodero, nell’ultima operazione che il mio maestro e mentore (Donald Drumstick! Ancora non riuscivo a crederci!) non era riuscito a portare a termine. Da quando Zeus “Ex-Machina” lo aveva informato sul ritorno dei Signori delle Prugne (secoli fa… Possibile che fosse solo quella stessa mattina?) erano successe cose straordinarie a profusione, cose che avevano cambiato radicalmente (e drammaticamente) la mia vita. Vivevo ancora in uno stato di confusione costante, tanto che le mie azioni, fino a quel momento, erano state dettate più dal puro istinto che da una ponderata pianificazione; come ora, che mi apprestavo a sfidare in duello mortale un temibile Marchese delle Albicocche e un’Elfa Oscura, senza un’adeguata preparazione bellica. Ma non m’importava. Non m’importava più di nulla, in realtà… Né l’esito di quello scontro, né la mia stessa vita; né, che il Pollo di Gomma mi perdonasse!, il futuro dell’Ordine, che dipendeva dal mio operato come ultimo Cavaliere. La morte di Don Cosciotto era l’unica cosa reale che, in quel momento, fossi in grado di comprendere o, in maniera più istintiva, percepire.
Strinsi l’elsa della spada e mi apprestai, dunque, a caricare il più vicino dei due nemici, quando una strana sensazione pervase tutto il mio corpo. Posai gli occhi sull’arma che avevo preso a prestito dal mio maestro e dimenticai all’istante ogni proposito di morte, ogni sentimento di vendetta. L’iscrizione incisa a rilievo alla base della lama di Don Cosciotto aveva preso a brillare come un tizzone ardente, contornando ogni lettera di un bagliore bianco-rossastro che danzava con soffocata potenza da un carattere all’altro:

Donald Drumstick
versione 1.0 del server 1
modello: mentore preliminare a breve scadenza

La luce emanata dall’iscrizione prese a crescere d’intensità, così come era successo al fuoco della torcia del Cavaliere all’interno della grotta, poco prima dell’incontro con il Pollo di Gomma. Il bagliore mi avvolse poco a poco, obliterando ogni altra cosa. Registrai con la coda dell’occhio la figura di Gorin, il Nano, che tentava di afferrarmi, ma non me ne curai. La luce aveva ormai colmato ogni spazio e il mondo vi annegava dentro, senza possibilità di scampo.
Sollevai la spada in un istintivo gesto di difesa e mi apprestai a incontrare nuovamente il Pollo di Gomma, mentre tutt’intorno a me…

… c’è una stanza, ammobiliata in modo spartano ma piacevole. Un letto sfatto, un grande armadio, una libreria stipata di volumi e un angolo cucina tra i più strani che abbia mai visto. Su un lato, in faccia a due grandi porte finestre, c’è un tavolino dalle gambe sottili al quale è seduto un ragazzo in mutande, intento a schiacciare dei tasti su un libro luminoso, aperto sul fianco, che emette musica magica.
Dalle finestre provengono suoni minacciosi, come rombi di tuono in miniatura, intervallati da quelli che sembrano versi di oca amplificati di venti volte. Resisto alla tentazione di affacciarmi e andare a scoprirne l’origine per il semplice fatto che ho troppa paura di essere divorato dai mostri orribili di questa assurda realtà. Perché sono finito in un’altra realtà, mi sembra ovvio… Nella Terra di Tre Quarti non esistono suoni del genere, così come arredamenti del genere! E i maghi (perché il ragazzo al tavolino è un mago, vero? Chi altri possiederebbe un libro luminoso che emette musica standosene tranquillamente in mutande, come se fosse la cosa più normale del mondo?), i maghi non sono così giovani, nel mondo da cui provengo io!
Mi avvicino lentamente al ragazzo, schiarendomi la gola per annunciarmi, ma mi è subito chiaro che non può né vedermi né sentirmi. Sono solo ospite, in questa realtà… In una certa qual misura sto avendo una visione, come quella della grotta, con l’unica differenza che ora non vedo attraverso gli occhi di qualcun altro. Forse perché non è un viaggio nel tempo nel mio stesso continuum spaziale, chissà…
Arrivo a un passo dal ragazzo e lo osservo meglio. Magro, con una folta barba, occhialetti sottili e capelli corti spettinati. E’ piacevole, a suo modo, ma lungi dall’essere il sex symbol che, probabilmente, crede di essere. Schiaccia i tasti velocemente, in sequenze a me incomprensibili, e a volte afferra quello che sembra un topo giocattolo senza orecchie per schiacciare altri tasti. Evidentemente sta compiendo un elaborato incantesimo.
Il ragazzo si ferma un istante e preleva dal tavolo un borsello che conosco bene: è lo stesso di Don Cosciotto, il suo necessaire da fumo. Ne estrae una striscia di carta e un pizzico di tabacco, poi confeziona velocemente una sigaretta perfetta che accende con un lampo di fuoco dalle dita. Sono talmente estasiato da questo numero magico che per poco non mi accorgo del piccolo oggettino che il ragazzo posa sul tavolo al termine dell’operazione. Mi basta uno sguardo per capire che, al di là della forma e del materiale inusuali, quella è un’eccezionale pietra focaia in miniatura.
Il ragazzo espira una nuvola di fumo dalle narici e torna a pigiare sui tasti, la sigaretta penzolante da un lato della bocca. Seguo con gli occhi il dispiegarsi della voluta fumosa e, finalmente, poso il mio sguardo sul libro luminoso al quale il giovane sta lavorando.
Le “pagine” del libro non sono entrambe luminose. Una “pagina” ospita i tasti che il ragazzo sta schiacciando, mentre è l’altra ad emettere un bagliore biancastro, quasi fastidioso. E su questa superficie luminosa si muovono delle figure, come per magia!
Per un po’ c’è un rettangolo bianco sul quale, a ritmo dei tasti pigiati, compaiono delle lettere; poi, ad un -click!- del topo giocattolo, la figura cambia e compaiono tante piccole caselle al cui interno trovano posto immagini di vita quotidiana; un -click!- e una di queste immagini diventa più grande, mostrando il ragazzo, vestito in modo decoroso (iniziavo a credere che in questa realtà girassero tutti in mutande!), abbracciato a una ragazza sorridente; un altro -click!- e la “pagina” cambia nuovamente. Per poco, stavolta, non cado di schianto, svenuto!
L’immagine sulla “pagina” è il mio ritratto! Non una delle mie pose migliori, ma indubbiamente il mio ritratto! Attorno ad esso, alcuni riquadri ospitano gli oggetti che sto portando in tasca in questo momento, mentre in alto campeggia il nome di Shakes e Fidget, due eroi leggendari che tutti i bambini della Terra di Tre Quarti conoscono!
Ad ogni -click!- del topo giocattolo assisto a un nuovo prodigio. La “pagina”successiva mostra la piazza del mio paese natale; quella dopo la taverna del signor Fried (con il signor Fried che mi guarda in modo minaccioso!); quella dopo ancora la stalla di Zeus con le sue cavalcature;…
E’ troppo! Sono finito in un’altra realtà e un giovane mago in mutande, attraverso un libro che emette luce, sta visualizzando me e la mia realtà! Ma… la sta solo visualizzando? O la sta anche creando?! Il dubbio, orribile, è che sia al cospetto del mio Creatore… e che Dio, immaginato mille e mille volte come un vecchio bonario che abita una nuvoletta nel cielo, non sia altro che un giovanotto mezzo nudo, con la barba decisamente da fare, che fuma come le narici di un drago e si gratta pigramente l’attaccatura del sedere come un vecchio in pensione!
Eppure, il fascino delle immagini che si succedono sulla “pagina” luminosa mi impediscono di dare di matto… per il momento, almeno.
Mi avvicino sempre di più alla superficie del libro per vedere meglio e sono così avvinto da ciò che i miei occhi registrano che quando un suono metallico, prolungato e a volume alto invade la relativa quiete della stanza, il mio cuore fa una capriola all’indietro ed io, per poco, non mi esibisco nel famoso “Urlo della donzella che vede un serpente”…
Il ragazzo lascia il tavolo e si avvicina alla porta della stanza. Dall’uscio fa la sua comparsa una ragazza carina, dai lunghi capelli rossicci, che imprime sulle labbra del giovane un bacio che non può essere scambiato per amichevole.
Distolgo lo sguardo, per pudore, concentrandomi nuovamente sul libro luminoso. La “pagina” mostra il rettangolo bianco che ho visto all’inizio. Guardando con più attenzione, mi rendo conto che si può effettivamente parlare di libro… forse non in senso stretto, ma il rettangolo simula sicuramente un foglio di carta sul quale, per mezzo dei tasti, si possono imprimere delle parole.
Guardando con ancora più attenzione, mi accorgo che l’alfabeto, in questa realtà, è lo stesso della mia… e che posso leggere cosa il ragazzo era intento a scrivere:


“Cercando di non farmi scoprire, sfilai lentamente la spada del Cavaliere dal fodero, nell’ultima operazione che il mio maestro e mentore (Donald Drumstick! Ancora non riuscivo a crederci!) non era riuscito a portare a termine. Da quando Zeus “Ex-Machina” lo aveva informato sul ritorno dei Signori delle Prugne (secoli fa… Possibile che fosse solo quella stessa mattina?) erano successe cose straordinarie a profusione, cose che avevano cambiato…”

Strabuzzo gli occhi per la sorpresa! Allora è vero! Questo giovanotto sta scrivendo la mia storia! Sta scrivendo… me!
Giro su me stesso, cercando con gli occhi il mio Creatore, e lo vedo ancora abbracciato alla ragazza, intento a strofinarle il naso con il proprio in un gesto di affetto.
“Allora, vuoi andare a fare un giro in centro?”, dice il Creatore, con voce suadente.
“Oh!, potremmo andare a prenderci un gelato in quella gelateria dove lo fanno così buono…!”, cinguetta la ragazza.
“Non ho molta voglia di gelato, oggi…”
“Beh, tu puoi anche non prenderlo…”
Senza pensarci, provo a chiedere spiegazioni su quello che sto vedendo sul libro luminoso, dimenticandomi che nessuno, in questa realtà, può vedermi o sentirmi. Arrivo persino a posare una mano sulla spalla nuda del giovane, per accorgermi che vi passo attraverso come se avessi tentato di toccare la nebbia. E intanto, il dialogo assurdo tra il Creatore e la sua fidanzata continua.
“Va bene, allora…”, dice il ragazzo. “Fammi solo dare una sciacquata ai denti…”
Il Creatore scompare in una stanzetta vicino alla porta, probabilmente il bagno (Incredibile! Hanno il bagno in casa!). La ragazza rimane sola, nella stanza da me occupata, e si siede al tavolino, guardando con aria assorta la “pagina” luminosa.
“Che stai scrivendo, Vitt?”, dice ad alta voce, e la cosa mi coglie di sorpresa.
“Io…?”, incespico. “Io non… non sono io che…”
“Oh!, è solo una storia a puntate per il forum del gioco online di cui ti ho parlato!”, risponde il Creatore, a voce alta anche lui per farsi sentire dall’altra stanzetta. “Una specie di Cronache del Personaggio, da condividere con gli altri utenti!”
Mi sento il terreno mancare da sotto i piedi. Vitt? Il Creatore si chiama… Vitt?!
“Che cosa stupida…”, mormora la ragazza. Poi, ad alta voce: “Posso spegnere?”
“Sì!”, risponde il Creatore. “Salva ed esci. Sono quasi pronto!”
Salva ed esci? Vitt? Il Creatore mi ha dato il suo stesso nome… Forum? Gioco online? Che significa?! Che…?
La luce bianca del libro luminoso inizia a farsi più intensa, accecante. Mentre cado all’indietro, ormai vinto psicologicamente dal peso di questa visione, il bianco mi inghiotte, strattonandomi violentemente nel nulla.
Mentre vortico nello spazio vuoto tra i mondi, di ritorno verso casa, la mia mente è bloccata su un unico pensiero, ripetuto ossessivamente come un mantra: “Non sono reale! Non sono…


… reale!”, sbuffai in un alito di fiato, riaprendo gli occhi.
Il Nano, Gorin, e l’Elfa Oscura (Sara? Sì, mi sembrava di ricordare che si chiamasse così) mi guardavano con espressioni contrastanti sui loro volti. L’Elfa era visibilmente preoccupata, mentre il Marchese delle Albicocche sorrideva, annuendo come se anche lui avesse avuto una visione rivelatrice.
“Sta… sta bene?”, chiese l’Elfa, incerta.
“Sta benissimo!”, sentenziò il Nano, con fermezza. “Evidentemente, Donald è riuscito a finire il proprio compito, in un modo o nell’altro…!”
Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Grugnii, detestando la mia condizione di prostrazione davanti al nemico, e Gorin il Nano parve rendersi conto di questo mio sentimento, perché mi invitò, con un gesto della mano, a rimanere disteso e calmo.
“Non affaticarti, Cavaliere”, mi disse con voce straordinariamente affabile. “Ti ci vorrà qualche minuto, per riprendere le forze. Attraversare il Velo non è uno scherzo…”
“Attraversare il Velo?!”, proruppe l’Elfa, sorpresa. “Ne sei sicuro?”
“Dimentichi, forse, con chi stai parlando?”, la rimbeccò Gorin senza troppo astio, come se fosse abituato alla mancanza di fiducia dei propri allievi. “Ho attraversato anch’io, il Velo, parecchie volte… e so riconoscere i sintomi del viaggio, quando li vedo…”
“Ho… ho visto…”, tentai di dire, invano.
“Hai visto il tuo Creatore, non è così?”, finì per me il Nano, visibilmente divertito.
Corrugai la fronte, interdetto. “Come…?”
“E’la prima fase…”, rispose Gorin, tranquillamente. “In seguito, con l’allenamento, sarai in grado di viaggiare di realtà in realtà a tuo piacimento. Sarà fondamentale per comprendere la Convergenza e avere una reale possibilità di rifondare l’Ordine dei Cavalieri del Pollo di Gomma…
“Ora, però, cerca di riposarti. Non siamo nemici e non abbiamo nessuna intenzione di nuocerti, altrimenti lo avremmo già fatto. Il tuo maestro è riuscito, contro le mie aspettative, a regalarti un briciolo di comprensione del Tutto, e di questo sono grato. Molto lavoro ti aspetta, e dovrai essere in forze per affrontarlo. Dormi tranquillo, per ora… Quando potrai, terremo conciliabolo e avrai risposta ad alcune domande circa la tua visione…”
Avrei voluto protestare, ma Gorin mosse una mano nell’aria e i miei occhi si fecero all’istante più pesanti, la mia mente più difficile da trattenere su pensieri coerenti. Scivolai dolcemente nel sonno, tentando di ignorare quel pensiero, ancora inchiodato saldamente nel mio cervello, che urlava: "Non sono reale! Non sono reale!"
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MessaggioTitolo: Re: Capitolo VII - Vitt va al Creatore   Capitolo VII - Vitt va al Creatore Icon_minitimeMer Giu 30, 2010 4:35 pm

cheers
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MessaggioTitolo: Re: Capitolo VII - Vitt va al Creatore   Capitolo VII - Vitt va al Creatore Icon_minitimeMer Giu 30, 2010 7:16 pm

prendi molto spunto dalla torre nera Smile
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MessaggioTitolo: Re: Capitolo VII - Vitt va al Creatore   Capitolo VII - Vitt va al Creatore Icon_minitimeMer Giu 30, 2010 9:05 pm

E' inevitabile... Dopo aver letto il capolavoro del Re, un povero scrittore in erba non può non omaggiare il proprio "maestro", nel tentativo di dare una mitologia epica ai Cavalieri del Pollo di Gomma! ^^
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